martedì 3 marzo 2015

Spreco, fame e crisi. E' tutto perduto?

Vi darò dati che si riferiscono a due problematiche diverse.
Come vedete in foto nella prima colonna (di sinistra) i numeri traducono stime che riguardano il problema della fame nel mondo.
Nella colonna di destra si parla dell'Italia e degli effetti della crisi sui comportamenti alimentari degli Italiani.
Parto proprio da questi ultimi dati per iniziare le mie riflessioni.
Come sapete è dallo scorso anno che la crisi si è cominciata ad avvertire in tutti i settori nel nostro paese, e chiediamoci un po' come ha influito questo sugli sprechi alimentari?
La risposta è semplicissima: si sta più attenti e si spreca di meno!
Tra le varie percentuali ne voglio segnalare tre in particolare che rappresentano una vera e propria rivoluzione ecologica.
L'11% dona in beneficenza. Si sa che più si è poveri e più si diventa generosi perché si comprende meglio l'importanza che può avere donare del cibo ovvero ciò che ti da la vita.
Il 56% utilizza gli avanzi nel pasto successivo. Se lo chiedessi ai miei nonni che hanno passato la guerra mi direbbero che questa pratica è assolutamente normale e abitudinaria; e perché mai si dovrebbe buttar via del cibo cucinato il giorno prima se ancora buono da mangiare?
Il 37% riduce le quantità acquistate. Perché in tempi di crisi si cerca di risparmiare soldi e di conseguenza si è più attenti nell'acquistare il necessario per tralasciare il superfluo, risparmiando di conseguenza anche risorse materiali!
Come vedete stiamo iniziando a rispettare (essendovi obbligati) un principio famoso ed importantissimo per chi ha un po' di senso del limite ecologico: il principio delle 3 R (Ricicla, Riusa, Riduci).



Parliamo ora invece della prima colonna del grafico. Si leggono cifre milionarie, tonnellate, fame, bambini, niente di più apocalittico. Infatti lo è. Ma perché si è voluti arrivare a questo scenario? Una parte del mondo muore "grassa" per gli eccessi e gli abusi di cibo, alcool, droghe ecc...(i paesi "sviluppati"). Un'altra parte dei cittadini del nostro pianeta muore "magra" per la carenza di acqua, cibo, cure ecc...(paesi "sottosviluppati").
Ma scusate, quindi sono riusciti a creare problemi da entrambe le parti! Perciò, è molto difficile che due persone problematiche riusciranno mai ad aiutarsi veramente fra di loro, piuttosto penseranno a risolvere i propri personali disagi prima. [Ed è con questo meccanismo che si continua a dividere il mondo in ricchi e poveri, in schiavi e padroni.]
Queste due popolazioni hanno in comune solo l'inquinamento che loro stesse spesso diffondono nell'ambiente in cui vivono, o direttamente che infondono nel proprio stesso corpo, altra concausa della loro sofferenza e morte.
Ma allora come si può pensare noi "civilizzati" di tornare come i "primitivi" per non inquinare più o viceversa di esportare, nelle loro società, il nostro modello di sviluppo che a lungo termine (e lo vediamo sulla nostra pelle) se non perfezionato, genera a sua volta altri numerosi problemi ambientali e sociali?
Pensate se le nazioni povere avessero a disposizione tutto il cibo avanzato e donato da noi paesi "progrediti" cosa succederebbe. Diventerebbero come noi, potrebbero mangiare senza dover lavorare per prodursi il cibo ed in pochi anni si moltiplicherebbero fino ad arrivare al collasso di crescita demografica, cioè quello che l'Occidente sta generalmente vivendo in questo momento storico. Tra l'altro la Terra non ha abbastanza risorse, anche se fossero gestite più equamente, per sostentare già i 7 miliardi di esseri umani presenti ora figuriamoci 8-9 o 10 miliardi poi. Il mondo è 1 e finito!
Mamma mia che egoismo! Non abbiamo mica diritto solo noi a vivere, ma anche quelli meno fortunati!

E' qui che la fretta di aiutare tutti e subito ci porta a mancare di saggezza e lungimiranza.
Non posso ora non citare: "Se in riva al fiume vedi qualcuno che ha fame non regalargli un pesce, ma insegnagli a pescare" anche perché "dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno; insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita". Confucio che continua con altre tipo "Se vedi un affamato non dargli del riso: insegnagli a coltivarlo". Questo che cosa significa? Che prima noi diventiamo "Pescatori" ed "Agricoltori" e prima avremo le soluzioni per aiutare veramente e definitivamente i popoli in cerca di vita, libertà, autodeterminazione. Dovremo allora insegnare loro ciò che noi in un futuro non troppo lontano impareremo: l'autosufficienza. Benissimo dunque impariamo a lasciare le risorse alimentari, forestali, energetiche e minerarie in mano ai paesi che le posseggono senza depredarli per la nostra cupidigia e dipendenza patologica da esse! Trasmettendo concetti come sostenibilità, stato di equilibrio, sobrietà, risparmio, condivisione e molto altro vedremo allora nascere una società più giusta, più equa, più pacifica, più rispettosa dell'ambiente e della vita, dove non si cresce ma ci si stabilizza (sia demograficamente, sia nell'utilizzo dei territori) e dove si avrà la voglia di mantenere sostenibile e rinnovabile l'energia, ogni risorsa materiale (gestita con rispetto dei cicli naturali) ed immateriale come la spiritualità, la conoscenza, le idee, il pensiero creativo. Vi sembra che ci stiamo riuscendo nell'epoca attuale? Bene allora si deve lavorare seriamente affinché tutto questo si realizzi presto. Solo allora mostreremo a tutti con umiltà qual è la vera via della salvezza.

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